Gli ex Prodigi si raccontano: Annapia, da Infermiera ad Artificial Intelligent Specialist 

Parlaci un po’ di te. 

Ho trent’anni e ho seguito il percorso ITS per Full Stack Developer attivato a Pisa quasi tre anni fa. Attualmente lavoro come AI Specialist nell’azienda in cui ho svolto il tirocinio, occupandomi dell’integrazione di intelligenza artificiale in alcuni sistemi interni.  

Il tuo percorso è molto particolare. 

Sì, infatti. Sono laureata in Scienze Infermieristiche e ho lavorato come infermiera per diversi anni. Tuttavia, sono sempre stata appassionata del mondo IT e il mio obiettivo era lavorare in ambito informatico. Quando ho scoperto questi corsi, caratterizzati da un approccio fortemente professionalizzante, ho deciso di provarci. 

Hai vissuto sia l’esperienza universitaria che quella all’ITS. Qual è la tua opinione? 

Entrambi i percorsi richiedono impegno, ma sono molto diversi. Certo, se uno si aspetta di passare ore sui libri, senza mettere mai le mani in pasta, probabilmente non è percorso più adatto, al contrario, se si vuole fin da subito avere un’esperienza più pratica, ma comunque delle basi di conoscenza teorica, l’ITS può essere un’ottima scelta. Non è più facile, è solo un approccio diverso: dipende dalla tendenza di ciascuno. 

Com’è stato il tuo percorso in ITS? 

È stato molto interessante. Le lezioni hanno fornito solide basi di partenza, ma sono state soprattutto le esperienze di tirocinio a fare la differenza. 

Dove hai svolto il tirocinio? 

Ho svolto due tirocini, come la maggior parte dei miei colleghi. Il primo è stato presso un’azienda di Livorno, dove mi sono occupata principalmente di testing automatizzato e manuale. Questa esperienza mi ha aiutato a capire meglio cosa cercavo davvero. Il secondo tirocinio è stato ancora più stimolante. Infatti, continuo a lavorare nell’azienda presso la quale ho svolto la seconda esperienza. 

Come sei cresciuta all’interno dell’azienda? 

Sto ancora crescendo. L’ITS mi ha dato le basi, ma nel settore informatico c’è sempre da imparare. L’azienda mi sta offrendo la possibilità di formarmi e di lavorare in un ambito che mi appassiona, come l’integrazione di sistemi di intelligenza artificiale, in particolare legati al riconoscimento vocale e al miglioramento dell’esperienza cliente. 

Durante il percorso in ITS, cosa ti ha aiutato a capire cosa ti piaceva? 

Penso che il segreto sia seguire ciò che ti stimola e ti rende curioso. Se, nonostante le difficoltà e le ore di studio, torni a casa con la voglia di continuare ad approfondire, allora hai trovato ciò che ti appassiona davvero. Questo era diverso nel mio precedente lavoro: pur essendo un lavoro stabile, mi sentivo sempre più scarica. Ora, invece, anche se è faticoso, mi sento soddisfatta. 

Cosa diresti a chi sta pensando di iscriversi all’ITS? 

Consiglierei di iscriversi solo se si ha una vera passione per il settore. Il percorso è impegnativo e richiede dedizione. Allo stesso tempo, non bisogna scoraggiarsi per le difficoltà iniziali: è normale sentirsi disorientati, ma vale la pena tenere duro e vedere dove porta. 

Inoltre, spero che più donne si avvicinino a questo tipo di percorsi. Nel mio corso ero l’unica ragazza, ma credo fermamente che il contributo femminile possa essere molto importante e questo lo vedo anche in azienda. Non è vero che le donne sono meno portate per l’Informatica, questo è un preconcetto che deve essere distrutto. 

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